La storia di jeff the killer

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  1. » Gintoki
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    Questa storia oneshot, di una storia che mi ha molto incuriosito prego leggete



    Jeff



    Stralcio di un giornale locale:
    "MINACCIOSO ASSASSINO E ANCORA PIEDE LIBERO"
    Dopo settimane di omicidi, il killer è ancora all'opera. Dopo varie ricerche è stato trovato un giovane ragazzo che sostiene di essere sopravvissuto ad un attacco del killer e ha coraggiosamente raccontato la sua storia.

    Assassino



    "Ho avuto un incubo e mi sono svegliato nel cuore della notte" dice il ragazzo " ho notato che la finestra era aperta, anche se ricordavo perfettamente di averla chiusa prima di andare a letto. Mi alzai e la chiusi un'altra volta. Dopodichè ho letteralmente strisciato sotto le coperte cercando di tornare a dormire.Fu in quel momento che ebbi una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse guardando. Alzai gli occhi e quasi saltai fuori dal letto. Lì, nel piccolo raggio di luce che filtrava dalle mie tende, vidi due occhi. Non erano occhi normali, erano scuri e minacciosi, ed erano bordati di nero. Ero terrorizzato. Poi vidi la sua bocca: un lungo, orrendo sorriso, che mi fece rizzare i capelli. Quella figura rimase lì, a fissarmi. Infine, dopo quella che sembrava un eternità, lo disse. Una frase semplice, ma detta come solo un pazzo saprebbe fare: - Torna a dormire - ."

    "Lanciai un urlo, e forse fu questo a innazzarlo contro di me. Prese un coltello da non so dove, saltò sul mio letto e si accanì contro di me. Tentai di respingerlo, diedi calci, pugni, mi arrotolai su di lui. Fu in quel momento che entrò in camera mio padre impugnando la sua magnum e mirò all' uomo. Ma, prima che potesse premere il grilletto, l'uomo gli lanciò il coltello, colpendolo alla spalla. Molto probabilmente, se il nostro vicino non avesse chiamato la polizia, l'uomo avrebbe ucciso a coltellate mio padre. Gli agenti entrarono di corsa in cortile, ma prima che riuscissero ad arrivare a l'ingresso, l'uomo li sentì, si voltò e corse in soggiorno. Sentii un forte rumore, come dei vetri infranti.Uscii dalla mia stanza e vidi che la finestra sul retro era rotta,. Guardai fuori e vidi l'uomo scomparire in lontananza. Posso dire solo una cosa, non dimenticherò mai quella faccia.Quegli occhi freddi e cattivi, quel sorriso psicotico.Non lasceranno mai la mia testa"

    La polizia è ancora alla ricerca di quest'uomo.Se vedete qualcuno che corrisponde alla descrizione di questa storia, vi preghiamo di contattare il dipartimento di polizia locale.


    Jeff e la sua famiglia si erano appena trasferiti in una nuova casa perchè il padre aveva appena ricevuto una promozione sul lavoro. Jeff e suo fratello Liu non erano molto entusiasti della cosa, ma i genitori pensarono che sarebbe stato più comodo trasferirsi in una zona più vicina all'ufficio.Erano appena arrivati e stavano disfando i bagagli, quando arrivò la signora della casa di fronte, con il figlioletto di 8 anni. La vicina di casa si presentò come Barbera e li invitò al compleanno di Billy, il bambino. La mamma di Jeff accettò allegramente.Quando la donna se ne fu andata, Jeff e Liu iniziarono a protestare, dicendo che erano troppo grandi per andare alla festa di Billy, ma la mamma li mise a tacere dicendo che dovevano andarci per fare una buona impressione con i vicini. Jeff sapeva che quando sua madre decideva qualcosa non c'era modo di obiettare, quindi si rifugiò in camera sua. Ma, stando da solo a guardare il soffitto, venne preso da una strana sensazione, come una specie di voglia. La considerò una cosa passeggera e non ci fece molto caso, finchè la mamma non lo chiamò dal soggiorno. Uscì dalla stanza e andò a prendere le sue cose.



    Il giorno dopo, Jeff si svegliò presto per andare a scuola. Facendo colazione ebbe ancora quella strana sensazione, stavolta più forte. Si limitò a collegarla alla scuola, dopodichè uscì e si avviò alla fermata dell' autobus con suo fratello. Mentre aspettavano, arrivò un gruppetto di ragazzini con gli skateboard. Uno di loro indossava una maglia mimetica e un paio di jeans strappati, sembrava avesse 12 anni, circa uno meno di Jeff. Un altro era magrissimo e aveva il tipico aspetto da spalla, mentre l'altro era enorme.

    Il primo si girò verso di loro e disse: "Bene, bene, bene. Sembra che abbiamo della carne fresca".

    Si presentò come Randy, gli altri due rispettivamente Keith e Troy. Dopodichè disse: "Per tutti i ragazzini del vicinato c'è una piccola tassa per la tariffa del bus, non so se mi spiego."

    Liu si alzò subito per prendere a pugni il bulletto, ma gli altri due gli puntarono contro un coltello. Randy gli prese il portafogli dalla tasca. A Jeff tornò ancora quella strana sensazione, ma stavolta era bruciante. Andò contro il ragazzo "Ascoltami bene, teppistello, ridai immediatamente indietro il portafogli a mio fratello, altrimenti..."

    Senza badargli, Randy intascò il portafogli e prese un coltello "Altrimenti?".

    Appena finita la frase, Jeff gli diede un pugno sul naso, gli spezzò il polso e gli prese il coltello. Poi spinse a un lato Randy per affrontare gli scagnozzi. Keith lo caricò, ma Jeff si scansò e gli graffiò un braccio con il coltello. L'altro lasciò il suo coltello e cadde a terra, urlando. Anche Troy gli si scagliò contro, ma Jeff si limitò a rifilargli un pugno nello stomaco. Il ragazzo cadde a terra e vomitò. Liu non potè fare altro che fissare Jeff, stupefatto.


    Videro arrivare l' autobus e seppero che sicuramente li avrebbero accusati di tutto. Scapparono e a scuola non osarono raccontare quello che era successo.

    Liu pensava a come suo fratello aveva picchiato quei ragazzini, ma Jeff sapeva che c'era altro. Era quella sensazione, spaventosa. Si sentiva forte e aveva bisogno solo di fare male a qualcuno. Non gli piaceva come suonava, eppure lo aiutava a sentirsi felice. L'idea svanì con il passare delle ore eppure si sentiva felice pure camminando verso casa. Una volta lì, i genitori gli chiesero come fosse andata la giornata. Rispose con fare inquietante "E' stata una giornata magnifica".

    La mattina dopo qualcuno bussò alla porta. Jeff scese e trovò due poliziotti che parlavano con la madre, furente. Disse: "Jeffrey, questi due agenti mi hanno detto che tu hai attaccato tre bambini e loro sono stati accoltellati. Accoltellati, figlio!".

    Jeff fissò lo sguardo sul pavimento, a dimostrare che era vero "Mamma, sono stati loro quelli che hanno puntato un coltello contro me e Liu."

    Uno dei due agenti disse che avevano trovato i tre ragazzini, due di loro con dei graffi che erano stati fatti da un coltello e l'altro con un livido sullo stomaco. Inoltre c'erano testimoni che dicevano che avevano visto lui e Liu che fuggivano dal luogo.

    Jeff sapeva che non c'erano prove in loro difesa, quindi ammise la sua colpa. "Bene, ragazzo, sembra che un anno in riformatorio..."

    "Fermi!" disse Liu. Reggeva un coltello. "Sono stato io, ho picchiato io quei teppistelli. Ne ho le prove."

    Alzò le maniche rivelando tagli e lividi, come se avesse lottato. I poliziotti gli dissero di lasciare il coltello. Il ragazzo lo fece cadere a terra, alzò le mani e si avviò verso i poliziotti.

    "No Liu, sono stato io, l'ho fatto io!" Jeff piangeva "Liu, diglielo che sono stato io! Diglielo! Sono stato l'unico a picchiare quei ragazzi!"

    La madre di Jeff gli mise le mani sulle spalle. Jeff assistette impotente mentre gli agenti facevano salire in macchina suo fratello e lo portavano via. Qualche minuto dopo, il padre di Jeff arrivò nel viottolo, guardando la faccia di Jeff e sapendo che qualcosa andava storto. Jeff si abbandonò al pianto sul viottolo, mentre la mamma gli dava la terribile notizia. Dopo circa un'ora rientrò in casa, evitando gli sguardi dei genitori. Si chiuse in camera, con i suoi sensi di colpa.

    Nei giorni seguenti non arrivò nessuna notizia dal carcere. Continuò così fino a sabato.

    Al mattino, la madre di Jeff lo svegliò "Jeff, è oggi". "Cosa? Cosa c'è oggi?" chiese lui. "Ma come? Il compleanno di Billy!".

    Jeff le rispose che non era dell' umore giusto per festeggiare, ma la mamma lo mandò a vestirsi dicendogli che aveva bisogno di distrarsi. Si mise un paio di jeans e una maglia a caso, ma scendendo in salotto vide che i genitori indossavano abiti decisamente vistosi. Lo mandarono a cercare qualcosa di più elegante. Non trovando niente di meglio, finì per mettersi dei pantaloni neri che teneva per le occasioni e una felpa bianca.


    Dopodichè tornò in salotto e tutti e tre attraversarono la strada per andare dai vicini. Barbera li fece entrare e mandò Jeff nel giardino sul retro, dove i bambini stavano giocando a fare i cowboy. Dopo un po' si mise a giocare anche lui e per qualche minuto riuscì a togliersi Liu dalla mente.

    Finchè non sentì il rumore di piccole ruote di skateboard. Si girò giusto in tempo per vedere Randy, Keith e Troy che scavalcavano la staccionata. "Ciao. Jeff, giusto?" disse Randy "Abbiamo dei conti in sospeso".

    Detto questo, gli si lanciò contro. Entrambi caddero a terra. Randy tirò un pugno sul naso a Jeff, che a sua volta gli diede una testata.

    I bambini urlavano e i genitori si precipitavano a portarli fuori dalla casa. Troy e Keith estrassero due pistole dalle tasche "Nessuno s'intrometta o vi facciamo saltare la testa!". Randy tirò fuori un coltello e colpì Jeff alla spalla. Urlò e cadde, l'altro lo prese a calci in faccia, finchè Jeff non riusì ad afferrargli un piede e farlo cadere a terra. Si rialzò e cercò di scappare entrando in casa, ma Troy lo afferrò e lo lanciò contro la porta, distruggendola. Randy spinse Jeff in cucina. Trovò una bottiglia di vodka e gliela suppe in testa. "Dai Jeff, guardami!". Jeff guardò in alto, la faccia ricoperta di sangue. "Io sono stato quello che ha mandato tuo fratello in carcere! E ora tutto quel che riesci a fare è restare seduto qui e lasciarlo marcire lì per un anno intero?! Dovresti vergognarti!".

    Jeff si rialzò lentamente, completamente ricoperto di sangue e Vodka. Di nuovo quella strana sensazione, quella che non provava da un po' di tempo. Randy gli si fiondò contro.

    Accadde in quel momento. Qualcosa si ruppe per sempre dentro Jeff. Il suo pensiero razionale era andato. Tutto ciò che poteva fare ora era uccidere. Afferrò Randy, lo sollevò e lo abbatté al suolo. Si mise sopra di lui e iniziò a colpirlo più forte che poteva direttamente sul cuore . I colpi provocarono un arresto cardiaco a Randy. Mentre questo cercava di respirare disperatamente, Jeff lo colpiva con sempre maggiore forza. Randy tossì sangue e, dopo aver preso un ultimo respiro, reclinò la testa di lato e morì. Un attimo dopo entrarono in casa Troy e Keith e videro cosa aveva fatto Jeff. Si ripresero presto dallo shock e gli puntarono contro le pistole, ma lui l'aveva previsto e si era già lanciato su per le scale. Gli scagnozzi gli scaricarono dietro le pistole, senza successo. Jeff trovò rifugio in bagno, staccò dal muro una sbarra di ferro. Troy e Keith entrarono in bagno brandendo due coltelli. Jeff colpì Keith in testa con la sbarra. Il ragazzo cadde e pesantemente e non si alzò più. Keith evitò il colpo di Jeff, gettò il coltello e spinse l'altro contro il muro. Dalla mensola sopra di loro cadde una confezione di candeggina, che si sparse su entrambi. Si sentirono come se stessero andando a fuoco. Jeff si pulì gli occhi meglio che potè, raccolse la sbarra e colpì Keith in testa. Ma quello, nonostante il colpo, si mise a ridere. Jeff rimase inebetito "Che c'è da ridere?". Keith tirò fuori dalla tasca un accendino "Vedi... è che dopotutto... ora sei completamente coperto di candeggina e vodka".


    Gli tirò contro l'accendino. Non appena la fiamma entrò in contatto con Jeff il fuoco divampò vorace. Non servì a niente rotolarsi per terra, quindi corse giù dalle scale, fiondandosi in cortile. Tutti quelli che si erano rifugiati lì cercarono di spegnere il fuoco in ogni modo. L'ultima volta che vide, prima di crollare a terra quasi morto, fu suo padre che urlava frasi incomprensibili in quel momento, che sfumavano piano nel nulla...

    Jeff si svegliò.

    Si chiese dove fosse, non riusciva a vedere nulla perchè aveva una benda sugli occhi. Fece per togliersela, ma una fitta lancinante lo assalì in ogni parte del corpo, riportandogli alla mente tutto l'accaduto.

    Dove si trovava?

    Cercò di alzarsi in piedi tra dolori e avvertì diversi punti di sutura. Era... era all'ospedale? Era vivo?

    Un infermiere entrò nella stanza "Non credo proprio che sia il caso di alzarti. Torna a letto." disse mentre lo aiutava a distendersi di nuovo sul letto e gli controllava le bende. Dopo alcune ore arrivò a fargli visita sua madre "Ho una buona notizia: la polizia ha detto che Keith ha confessato di aver cercato di farti del male, così hanno deciso di rilasciare Liu. Sarà fuori domani pomeriggio... così potrete stare ancora insieme, voi due."

    Nelle settimane successive Jeff fu visitato praticamente da tutta la famiglia al completo.

    Arrivò infine anche il giorno in cui avrebbe dovuto togliere le bende dal viso. Erano tutti presenti, per scoprire se avrebbero potuto rivedere il vecchio Jeff. Aspettarono con il fiato sospeso fino a quando l'ultimo lembo di benda rimaneva a coprire il volto. "Speriamo per il meglio" disse il medico, e scoprì il viso di Jeff. Sua madre lanciò un urlo appena lo vide. Persino suo padre e Liu rimasero di sasso.

    "Si può sapere che è successo alla mia faccia?" chiese ansiosamente Jeff. Nessuno gli rispose. Si precipitò davanti allo specchio.

    La sua faccia era... diversa.

    Le labbra erano state bruciate, al loro posto c'era una sottile linea rossa come la carne.

    Il suo viso, a causa della candeggina era sbiancato a chiazze. Perfino i capelli, in buone parte bruciati, erano passati dal castano a un nero simile al carbone. Lentamente si portò una mano alviso. Al tatto era insensibile, come se stesse toccando del cuoio indurito.

    Fissò la sua famiglia, poi ancora lo specchio. "E'... PERFETTO!" cominciò a ridere incontrollabilmente, mentre i parenti lo osservavano basiti.

    "Jeff... stai bene?" chiese sua madre.

    "Bene? BENE? Non mi sono mai sentito più perfetto in vita mia! Ahahahahahah insomma.... guarda! Guarda il mio viso! Questo... sono io! E' perfetto!" Qualcosa era cambiato nella sua mente. Non era più il Jeff che tutti conoscevano, ma qualcosa di diverso. Ma questo non lo sapevano ancora.

    "Dottore..." sussurrò sua madre "Mio figlio è ancora a posto... capisce... mentalmente?"

    "Credo di sì. E' solo un effetto collaterale degli antidolorifici. Se non migliora nel giro della settimana, lo riporti qui e gli faremo un test psicologico."

    Prima di andare via passarono a prendere i vestiti di Jeff. Erano stati lavati e ricuciti. Sembravano quasi normali.

    Jeff tornò a casa.

    Quella notte, la madre di Jeff venne svegliata da un suono fastidioso, proveniente dal bagno. Pensando che Jeff o Liu si fossero sentiti male o qualcosa del genere, si diresse alla porta del bagno. Sembrava come se qualcuno stesse piangendo... o ridendo? Aprì la porta e le si presentò una scena orrenda.

    Jeff era là, davanti allo specchio. C'era sangue ovunque e un forte odore di bruciato. All'improvviso si voltò.

    Aveva preso un coltello e si era inciso un largo

    sorriso lungo le guancie... i suoi occhi erano cerchiati di nero e sangue. "Jeff! C-cosa... COSA STAI FACENDO??? I... i tuoi occhi??"

    "Non riuscivo a vedere la mia faccia." rispose amabilmente "Ero stanco... e le palpebre mi si chiudevano. Ora non lo faranno più. Le ho bruciate."

    "M-ma..."

    "Ti piace il mio

    sorriso , mamma? Prima non riuscivo a sorridere. Faceva un po' male dopo un po'... faceva... male. Ora sto sorridendo. Guardami." La madre di Jeff indietreggiò. Quella... cosa... davanti a lei non era suo figlio. Ne aveva paura. Questo sembrò turbare Jeff.

    "Cosa c'è, mamma? Non ti piaccio? Non mi trovi bello?"

    "S-sì... figliolo... lo sei" disse. "Lascia che chiami anche... anche tuo papà, così faremo vedere la tua... l-la tua nuova faccia anche a lui."

    Corse nella sua stanza e scosse il padre di Jeff, sussurrando "Caro, presto, svegliati! Devi ferma..."

    Smise di parlare quando vide Jeff sulla soglia della stanza. Con il coltello in mano.

    "Stavi mentendo, mamma"

    Liu si svegliò di soprassalto.

    Si guardò intorno, ma sembrava tutto tranquillo. Eppure..?

    Chiuse gli occhi e cercò di riaddormentarsi.

    Appena ad un passo dal sonno, avvertì una strana sensazione.

    Come se qualcuno lo stesse guardando.

    Alzò di nuovo gli occhi. Davanti al suo volto c'era quello completamente tumefatto di Jeff.

    Spaventato, cercò di agitarsi e fuggire alla sua presa, ma la paura lo aveva paralizzato.

    "Jeff! Io.."

    Jeff gli tappò la bocca con una mano, e con l'altra avvicinò il coltello.

    "Sshhhhhh...... torna a dormire, Liu.... Torna a dormire."
     
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  2. Vendicatore Uchiha
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    Fighissimo non e finito vero?
     
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  3. Squall Leonhart
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    non è una fan fiction.... è qualche specie di catena di sant'antonio....

    comunque confesso che dopo aver visto l'immagine sullo schermo e aver letto la 1° parte mi sono guardato per 10 minuti intorno a camera mia ahahahaha
     
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  4. » Gintoki
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    non è una catena di san antonio è una cosa successa realmente Yea
     
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  5. Vendicatore Uchiha
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    ci sara un altro cap?
     
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  6. Alessandro®
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    Falsa, gira da molto sta storia
     
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  7. » Gintoki
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    shhhhh al gente non lo deve sapere
     
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  8. Alessandro®
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    Sarà il nostro piccolo segreto tra me, te e tutto il forum :yao:
     
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    jekil e hyde??
     
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