Violentami L'Anima -Donami Il Tuo Cuore-

Naruto| Rating: Rosso | AU | YAOI

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    Autore: Layla Serizawa | Rating: Rosso
    Genere: Sentimentale, Song-fic | Capitoli: 2 | Completa
    Tipo di coppia: Yaoi | Note: AU, OOC | Avvertimenti: Nessuno
    Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
    Categoria: Anime & Manga > Naruto | Contesto: Nessun contesto

    Sasuke lo ama, ma mai lo avrebbe ammesso al mondo e a sé stesso. Così lo ricatta, lo violenta nel corpo e nell'anima, il suo è un amore malato che lo spinge a rovinare il rapporto di amicizia che li legava.
    Naruto lo ama, ma non se ne rende conto, quando viene violentato dall'ex migliore amico si sente, però, completo. Ma pensa comunque che il suo sia odio, non si capacita delle emozioni provate.
    Naruto avrebbe potuto opporsi a quel ricatto se realmente avesse voluto, ma non l'ha mai fatto. Perchè? Un giorno Sasuke pone fine a tutto, e da qui iniziano le vere sofferenze di entrambi.
    Dalla violenza nasce l'odio, ma dall'odio rinasce l'amore. Bisogna solo ammettere i propri sentimenti.

    Erano passati mesi dall'ultima volta che l'aveva visto, Naruto aveva creduto che con quel “sei libero” tutto sarebbe finalmente finito, che l'odio ed il dolore provati sarebbero scomparsi, con il tempo almeno.
    Ma più quel tempo passava e più lui si sentiva in gabbia.


    Capitolo 01 – Violentami l'anima
    -Dal ricatto nasce l'odio-


    Violentami l'anima Naruto, perchè sono malato di te.
    Violentami l'anima Sasuke, perchè non riesco ad odiarti.
    Violentami l'anima, perchè questi sentimenti mi uccidono.


    Com'era potuto arrivare a quel punto di non ritorno? Quel bastardo dell'Uchiha lo stava ricattando, lo avrebbe lasciato senza lavoro se non fosse stato il suo schiavetto personale, e la cosa peggiore era che lui l'aveva pure considerato il suo migliore amico.

    Naruto era un bel ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri, sembravano lapislazzuli, brillavano come pietre preziose alla luce del sole, dalla pelle color biscotto e tre cicatrici parallele per guancia. Alto circa un metro e ottanta centimetri, figura slanciata, corpo tonico e muscoloso al punto giusto, aveva attirato l'attenzione della persona sbagliata.

    Camminava per la strada che lo avrebbe portato dal suo aguzzino, la strada che lo avrebbe portato dalla persona che ogni notte lo violava, e non solo nel corpo.

    Lentamente procedeva sotto la pioggia, era bagnato fradicio, ma non aveva nessuna voglia di accelerare il passo solo per finire con l'arrivare prima al patibolo.

    Dopo circa mezz'ora di camminata sotto la pioggia, sfortunatamente, il ragazzo biondo giunse a villa Uchiha. Aveva passato gli ultimi mesi a soddisfare le fantasie perverse del più giovane dei due fratelli che abitavano quell'enorme villa.

    Sasuke era un diciottenne dai capelli e dagli occhi neri, carnagione chiara, talmente chiara da sembrare porcellana, lineamenti delicati che lo rendevano una figura irraggiungibile agli occhi di tanti, e come Naruto aveva un fisico muscoloso, ma era leggermente più alto di circa cinque centimetri.

    Suonò il citofono, aspettò qualche secondo, ma nessuno rispose. Un piccolo barlume di speranza si accese in lui. Forse era riuscito a scamparla per quel giorno dato che nessuno rispondeva.


    «Sei in ritardo dobe.»


    Sentì una voce. Mise a fuoco lo sguardo e davanti a sé, al di là del cancello in ferro battuto, vide Sasuke. Il moro teneva in mano un ombrello aperto per ripararsi e uno chiuso nell'altra.

    Erano piccoli gesti come quello che, un tempo, avevano fatto sì che Naruto si prendesse una cotta clamorosa per Sasuke. Cotta trasformatasi in odio profondo quando il suo presunto amico si era messo a ricattarlo.

    Sua madre era tutto ciò che gli era rimasto, ma per mantenerla in vita aveva bisogno di molto denaro, Sasuke si era proposto di offrirgli, oltre ad un posto di lavoro part-time dopo scuola, anche un cospicua somma di denaro, a patto che Naruto si mettesse ai suoi ordini, a sua totale disposizione.


    «Scusa tanto principino.» Sputò avvelenato il biondo.


    «Tsk, avanti entra, prima che decida di farti fare la bella statuina sotto la pioggia.»


    Aprì il cancelletto e fece entrare Naruto, gli porse l'ombrello prima di ripensarci e dire ghignando:


    «Non credo ti serva ormai.»


    Il biondo non ci fece caso più di tanto, seguì l'altro fino alla porta d'ingresso. Non riusciva a spiegarsi come avesse potuto provare affetto per lui, come potesse provarlo ancora.

    Sasuke e Naruto raggiunsero la camera del primo. Una stanza che conteneva l'essenziale, un letto a due piazze, una libreria, una scrivania, un grande armadio ed una poltrona. Alle pareti vi erano dei quadri appesi che aveva dipinto il fratello di Sasuke.

    Aprì l'armadio ed afferrò una maglia e un paio di pantaloni. Poi li lanciò al biondino facendogli cenno di seguirlo.

    Naruto aveva capito cos'aveva in mente, lo stava portando in bagno. Probabilmente la camera delle torture di quel giorno sarebbe stata quella. Percorsero i lunghi corridoi di villa Uchiha in silenzio, fino a quando fu interrotto inaspettatamente da Sasuke.


    «Ti aspetto fuori.»


    Naruto non ci credeva, davvero non aveva intenzione di farselo in bagno? Che strano, Sasuke sembrava pensieroso. In realtà il corvino stava pensando alla conversazione avuta con il fratello la sera prima.

    Sasuke e Itachi stavano cenando da soli, i loro genitori erano in viaggio per lavoro come al solito, ed i due fratelli erano rimasti a casa. Ad un certo punto il maggiore dei due aveva sospirato, pensando che era giunto il momento di fare un discorsetto al fratello.


    «Come va con Naruto?»


    Gli aveva chiesto tutto d'un tratto, prendendolo alla sprovvista. Sasuke aveva buttato giù un boccone cercando di sembrare del tutto indifferente alla domanda, e riuscendoci disse semplicemente:


    «Non sono affari tuoi.»


    Ma Itachi lo conosceva troppo bene per lasciarsi ingannare. Così decise di insistere sull'argomento.


    «L'ho visto uscire di casa oggi pomeriggio, e stava piangendo.»


    Sasuke, che stava per portare alle labbra il bicchiere, si fermò, immobilizzato dalla vista di un Naruto che se ne andava piangendo da casa sua. Il solo pensiero era terribile.


    «E allora?»


    Riuscì a dire, con voce ferma ma non sicura come avrebbe voluto uscisse. Non poteva fare a meno di sentirsi in colpa. Aveva agito, per la prima vola in vita sua, senza riflettere, senza pensare alle conseguenze. Ed ecco cos'era successo.


    «Sai che lui ci teneva a te, ma continuando così finirà per-»


    «Ti ripeto che non sono affari tuoi.» Lo interruppe.


    Non voleva sentire la fine di quella frase. La conosceva fin troppo bene, perchè nella sua mente una vocina, fastidiosa ed irritante ma veritiera, non faceva altro che ripeterglielo.


    Finirà per odiarti.


    Era un pensiero ricorrente ormai, ma Sasuke non riusciva a fermarsi. Lo desiderava, anima e corpo, e così, giorno dopo giorno, lo violentava. Sì, perchè per quanto cercasse di convincersi che non era così, la realtà non cambiava, ogni singolo giorno Sasuke lo prendeva contro la sua volontà.

    Naruto in realtà non sapeva che cosa provare, si imponeva di odiare Sasuke e la cosa gli riusciva facile all'inizio. Ma man mano che il suo corpo veniva violato dall'Uchiha diventava sempre più difficile. Perchè Naruto desiderava quel contatto.

    Era solo un gioco, un passatempo.


    «Come ti pare.»


    La voce di Naruto riportò alla realtà il moro. Sasuke era in conflitto con sé stesso, cosa fare? Osservò Naruto aprire la porta del bagno e richiudersela alle spalle.


    Finirà con l'odiarti.


    Ma in fondo era la prospettiva migliore, perchè la peggiore era che non fosse più in tempo per fermarsi, che Naruto lo odiasse già.

    Ciò che non sapeva era che il biondo lo aveva odiato con tutte le sue forze nel momento preciso in cui Sasuke lo aveva cominciato a ricattare.

    Lo aveva odiato mentre senza alcuna delicatezza si prendeva la sua verginità, lo aveva odiato mentre la sua mano percorreva la sua erezione. Lo aveva odiato mentre lo penetrava con forza e vigore, fregandosene del suo dolore e del sangue che macchiava il suo corpo e le lenzuola. Lo aveva odiato quando, all'apice del piacere, si era riversato in lui.

    Lo aveva odiato come mai aveva creduto si potesse odiare una persona. Poi aveva finto di dormire, Sasuke non se ne era reso conto, e con un'infinita dolcezza, di cui non lo credeva minimamente capace, lo aveva coperto, si era stretto a lui in un abbraccio, e addormentandosi aveva sussurrato al suo orecchio:


    «Scusa... Mi dispiace Naruto.»


    Mentre una lacrima solitaria aveva bagnato la guancia nivea del moro, per poi cadere su quella bronzea del biondo.

    Cosa significavano quelle parole? Cosa significava quella lacrima? Se davvero gli dispiaceva di averlo fatto soffrire, allora perchè continuava ogni singolo giorno a tormentarlo?


    «Non ti capirò mai, Sas'ke.»


    Disse lasciandosi sprofondare nell'enorme vasca da bagno, sott'acqua non sentì più alcun suono, alcun rumore. Si lasciò andare ai ricordi.

    Sasuke era stato, per lui almeno, il suo migliore amico dai tempi delle medie, nonché rivale ovviamente. Ma Sasuke quel giorno, mandando a puttane la loro amicizia, si era trasformato in un aguzzino, così, senza motivo apparente.

    Sasuke entrò in bagno, a che serviva tanta premura? Tanto Naruto già lo odiava, era sicuramente così, perchè il suo sorriso, il suo splendente e meraviglioso sorriso, per lui si era spento.

    Il biondino riemerse per la mancanza d'aria, quando si decise a riaprire gli occhi, davanti a lui vide il corvino, completamente nudo.


    «Non dovevi aspettarmi fuori?»


    Gli domandò, senza aspettarsi particolare risposta, tanto Sasuke faceva sempre quello che voleva, perchè avrebbe dovuto cambiare?


    Scusa... Mi dispiace Naruto.


    Scosse la testa per rimuovere quel ricordo. No, non ci doveva pensare, quel tono dolce e rassicurante, quell'abbraccio protettivo, quella lacrima salata... no, erano pensieri e ricordi che doveva sopprimere.


    «Ho cambiato idea.» Sogghignò Sasuke, la sua erezione, nel vedere il biondo nudo nella vasca da bagno, si era parzialmente risvegliata.


    «Fai quello che devi fare, e finiamola per oggi.»


    Sì, decisamente Naruto lo odiava. Il problema era che il moro non riusciva a frenarsi, non riusciva a fermare la bramosia di possedere quel corpo. Non era in grado di controllarsi. Da quando lo aveva assaggiato la prima volta aveva perso il controllo.

    Entrò nella vasca da bagno, Naruto chiuse gli occhi. Il ragazzo biondo era stanco, stremato da quella situazione, perchè non si sottraeva a quei rapporti indesiderati? Per sua madre? Sì, ma anche per altro. Naruto sperava ancora che il suo amico si rendesse conto dei suoi errori, sperava che un giorno avrebbe letto in quegli occhi azzurri il dolore causatogli, e che di nuovo avrebbe versato lacrime per lui, fermandosi di sua spontanea volontà.

    Sperava soprattutto che il loro rapporto tornasse come prima, ma Sasuke quando facevano sesso si trasformava in un mostro. Non era amore, si ripeteva Naruto, non da parte del corvino almeno. E da parte sua invece? Che cos'era? Amore? Rassegnazione? Disperazione?

    Sasuke si chinò su di lui, gli baciò il collo mordendo quella pelle delicata e lasciandovi il segno dei denti, per poco non lo fece sanguinare. Ma Naruto non sentiva più dolore, non poteva fargli più male, ormai l'aveva distrutto.


    «Urla, grida Naruto, voglio sentire la tua voce.»


    Gli sussurrò all'orecchio Sasuke, Naruto all'ora aprì gli occhi, il moro non vi lesse nulla, era uno sguardo vuoto, privo di emozioni, fu una pugnalata al cuore per lui. Naruto lo doveva odiare con tutte le sue forze per ciò che gli aveva fatto ultimamente. Aveva mandato il loro rapporto a puttane per un amore malato.

    Sì, lui era malato.


    «Non puoi più ferirmi Sasuke, non più.»


    Si lasciò sfuggire quelle parole contro la propria volontà. Non capì il perchè, ma ciò che disse Naruto fece infuriare il moro. Digrignò i denti, strinse la presa sul braccio del biondo, gli avrebbe lasciato dei lividi, di nuovo. Lo morse ad una spalla, di nuovo. Naruto pianse lacrime amare, di nuovo. Sasuke si sentì lacerare il cuore, di nuovo.


    «Girati.» Gli ordinò, e Naruto lo ascoltò, si muoveva come un automa, agli ordini del suo padrone.


    Sasuke non ce la faceva, non riusciva a guardarlo in faccia, negli occhi, per questo ogni volta che lo faceva suo lo prendeva da dietro, in modo di non dover subire la tortura di doverlo guardar soffrire.

    Si sentiva uno schifo, ma se si sentiva male lui, allora come doveva sentirsi Naruto?

    Il moro cominciò a masturbare il compagno, socchiuse gli occhi pensando che prima cominciava prima avrebbe terminato quella piacevole tortura. Ma se da un lato voleva terminare alla svelta per lasciar libero Naruto da quella sua mente contorta e malata, dall'altro desiderava che quel momento non terminasse mai.

    Lo penetrò con una spinta secca e decisa, Naruto si lasciò sfuggire un lamento di dolore. Ormai ci era abituato, ma non per questo il dolore non lo sentiva.

    Il moro non lasciò nemmeno che l'altro si abituasse alla presenza estranea nel suo corpo, prese a muoversi velocemente, con spinte ritmiche e veloci, decise e prive di delicatezza.

    Era malato, per sopportare tutto questo non doveva essere completamente sano di mente, questo pensava il biondo mentre il moro lo penetrava con forza. La cosa più malata? Semplice, gli piaceva, quando Sasuke lo prendeva con forza e violenza lui desiderava di più.

    Sasuke e Naruto erano privi di controllo, le loro menti suggerivano di finirla con quel circolo vizioso fatto di odio e dolore, ma anche di piacere sadico e masochista.


    «Urla Naruto, voglio sentirti urlare!»


    Lo incitò il moro, continuando a spingersi in lui sempre più in profondità e con maggiore forza. E lui obbedì nuovamente. Si lasciò completamente andare, il dolore che lentamente scompariva per lasciar spazio al piacere.


    «Sa-Sasuke!»


    Urlò il suo nome, mentre il moro in questione continuava a penetrarlo, muovendo in contemporanea una mano lungo l'erezione del compagno.

    Naruto, inginocchiato a quattro zampe nella vasca da bagno non riusciva a trattenere gemiti di piacere, ormai il dolore era scomparso, la sua mente completamente annebbiata.

    Sasuke, in ginocchio dietro di lui, lo prendeva con vigore, stringeva la mano libera sul fianco del biondo spingendolo verso di lui.


    «Sasuke, Dio sì!»


    Urlò nuovamente Naruto in preda a spasmi di piacere, era per forza masochismo quello, non c'era altra spiegazione, provava piacere a farsi penetrare con violenza. Ma solo perchè a prenderlo con forza era lui, era il suo Sasuke. Ma era mai stato davvero suo?

    Sasuke, eccitato al massimo dal sentirsi chiamare dalla voce roca di piacere di Naruto, capì che non sarebbe durato ancora molto.


    Devi scappare da me Naruto. Scappa, fuggi...


    L'ultimo pensiero coerente poco prima di aumentare il ritmo delle spinte, si riversò completamente in lui.


    «Naruto, vengo!»


    Il biondo lo seguì in pochi millesimi di secondo, venendo nella mano del moro, che si accasciò sulla sua schiena, sfinito dal rapporto appena consumato.

    Restò dentro di lui per qualche istante interminabile. Naruto respirava affannosamente, Sasuke anche. Entrambi sfiniti e senza fiato non riuscivano a pensare a nulla, se non che quello che c'era tra loro non era affatto normale.

    Sasuke non voleva più soffrire, non voleva svegliarsi più in piena notte, per colpa di incubi in cui Naruto piangeva solo nel suo letto a causa sua.

    Naruto non voleva più svegliarsi sudato e spaventato al ricordo di un ghigno perfido di un Sasuke che non riconosceva.


    «Dobbiamo finirla, Naruto.»


    Sasuke disse ciò che entrambi temevano ed aspettavano. Dovevano porre fine a quella relazione insana. Quella, lo intuirono immediatamente entrambi, era l'ultima volta che sarebbero stati a contatto in quel modo.

    L'acqua si era tinta di rosso, Sasuke la osservò disgustato da sé stesso. Naruto la osservò impaurito da ciò che la sua mente ed il suo corpo avevano desiderato.


    «Non ti cercherò più, non ti ricatterò più. Sei libero.»


    Libero eh, Sasuke? Ma potrò mai essere libero da questa malattia?


    Pensò il biondino mentre il compagno usciva dal suo corpo. Sarebbe mai stato libero dal controllo che Sasuke esercitava su di lui? Forse, un giorno lontano, ma non ora, no.

    Pianse Naruto, lacrime amare che caddero dai suoi occhi nell'acqua della vasca. Sasuke se ne rese conto solo quando lo girò verso di sé, preoccupato dal fatto che non si muovesse e non dicesse nulla.


    «Naruto?»


    Si stava davvero preoccupando ora, mai aveva visto il biondo piangere, nemmeno la prima volta, che era stata se possibile, più violenta di quest'ultima.


    «Sono libero?»


    Chiese con ironia il ragazzo, il suo cuore piangeva mentre cadeva a pezzi.


    «Non sarò mai libero Sasuke. Per colpa tua, è solo colpa tua!»


    Si sfogò per cinque minuti buoni, cinque minuti durante i quali Sasuke si lasciò andare abbracciandolo e cercando di tranquillizzarlo, tutto inutile. Una volta esaurite le lacrime il biondo si alzò ed uscì dalla vasca da bagno. Si asciugò e si vestì. Sasuke fece lo stesso.


    Addio Sasuke.


    Addio Naruto.



    All'uscita da villa Uchiha si dissero addio con lo sguardo, nessuna parola inutile uscì dalle loro labbra, non ci furono baci o abbracci. Freddamente era iniziata la loro relazione, freddamente era finita.

    Sasuke era arrivato al limite.

    Quel giorno non smise di piovere per un solo secondo, anche il cielo piangeva per loro.

    Al suo ritorno Itachi capì subito che era successo qualcosa al fratello. Ma capì anche che non era il momento giusto per parlarne, se non fosse stato che, a sorpresa, quella stessa sera fu proprio il minore a raggiungerlo in camera sua.


    «L'ho lasciato andare.»


    Disse semplicemente, e tutto fu chiaro ad Itachi. Sasuke lo amava, certo, non un amore convenzionale, ma sempre amore era, per quanto insano.


    «Non lo meritava, l'ho fatto soffrire per un mio capriccio.»


    Itachi sorrise dolcemente al fratello. Non era stato un semplice capriccio, era stata colpa della incapacità di Sasuke di mostrare la sua parte debole, la sua incapacità di mettere in gioco i sentimenti per paura. Ed ecco com'era finita, entrambi soffrivano.


    «Lo ami, non ti avevo detto di lasciarlo andare otouto, ma di rimediare ai tuoi errori.»


    Ma Sasuke non lo ascoltava, era crollato, in ginocchio, le gambe gli avevano ceduto. Ora piangeva Sasuke, nessuno lo aveva mai visto piangere, nemmeno suo fratello. Ma aveva appena perso il suo migliore amico, la persona che lo aveva sempre sostenuto e sorretto.

    Naruto pianse per tutta la notte, Sasuke gli aveva violentato non solo il corpo, ma soprattutto l'anima. Ora non sapeva cosa fare, aveva perso, aveva perso il moro per sempre.

    Si erano persi a vicenda, e quella notte la passarono a rimpiangere di non essere stati in grado di donarsi il loro amore come desideravano, soprattutto Sasuke, si tormentò per giorni, per mesi interi. Perchè finalmente aveva capito di amare Naruto.

    Violentami l'anima Sasuke, perchè ciò che provo per te è malato.
    Violentami l'anima Naruto, perchè non riesco ad amarti come dovrei.
    Violentami l'anima, perchè senza di te non so stare.





    Visto che questa sezione era abbandonata ci posto io (?) con una storiella scritta anni fa per il SasuNaru Day °°. Primo capitolo, manca il secondo che metterò poi.
    Non sono brava a scrivere ma mi piaceva e mi piace quinid... mi spiace per chi leggerà, se qualcuno leggerà lol xD
    A poi <3
     
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